L'Italia si divide in due gruppi di persone: quelle che vanno matte per Sophia Loren e quelle che invece no. Ho sempre fatto parte di quella minoranza - definita incredibilmente cieca e antipatriottica - che vede l'attrice come una bella signora, e niente di più. Le vanno riconosciuti alcuni meriti, oggettivamente: nonostante c'è chi possa subire o meno il suo fascino rimane una discreta attrice (2 Oscar), e ha reso grande il nome dell'Italia nel mondo, quasi quanto la pizza, il mandolino e la mafia (che tuttavia non mi sento di ringraziare).
La Loren non mi piace, insomma. Aveva (ha) il culone - anche se questo non credo basti a pregiudicare un'intera carriera -, un'accento troppo napoletano, tifa Napoli - questo invece basterebbe - e il suo presunto "fascino" non mi ha mai toccata come invece hanno fatto la raffinatezza di Audrey Hepburn o l'eleganza di Francoise Hardy. Ho sempre pensato fosse una bellezza "rustica", paesanotta e anche quasi un po' - mi permetto - cafona.
Ma in fondo, nonostante sia stata l'icona negli anni '50, '60 nel nostro paese, la sua figura risulta essere ancora attuale, specchio di un' Italia più contadina che non signora di classe. Non raccontiamoci balle: per il mondo siamo - e rimarremo, ancora per qualche anno - i fastidiosi amici casinisti e cacioroni. Un po' come Sophia Loren.

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