mercoledì 13 giugno 2012

"It's ok to be gay" (se non giochi in nazionale)

Chissà se è peggio Alessandro Cecchi Paone, Antonio Cassano, oppure i giornalisti che gli chiedono cosa ne pensi di cosa dice Paone e sghignazzano alla parola "froci".
"Ci sono froci in squadra? Se penso a quello che dico, chissà che cosa vien fuori". (Ecco, adesso si svela anche il mistero del perchè Cassano spesso si metta una mano davanti alla bocca prima di parlare: ogni volta che lo fa muore una maestra, da qualche parte in Italia.)
MA FORSE lui intendeva dire - come rettificato in serata in una conferenza stampa - che se in Nazionale ci sono dei gay, allora affari loro, "non mi riguarda e non mi permetto di esprimere giudizi sulle scelte di altri" (e - fin qui - niente di così irrispettoso). E FORSE anche Cecchi Paone - per quanto io lo rispetti come anchorman - ha un po' voluto dare spettacolo di sè parlando di omosessuali nella squadra di calcio italiana e costruendosi un po' la figura di paladino dei gay.
I commenti del calciatore rimangono ad ogni modo beceri, ma peggio di lui sono quelli che lo sostengono e che a suo favore espongono la tesi per cui lui avrebbe solo espresso - forse in modo troppo diretto - l'opinione di "tutti" e andrebbe solo apprezzato per la sua sincerità. L'omofobia non ha nulla di apprezzabile, in qualunque contesto e manifestata da qualsiasi persona. Che Cassano sia notoriamente un personaggio poco posato, faccia di lavoro il calciatore e che nel mondo dello sport l'omosessualità sia di fatto da molti anni un tabù non giustifica affatto le sue dichiarazioni. E qui non si discute sull'uso di una parola decisamente deprecabile ed offensiva come frocio (o il fatto che non sia "scappata di bocca" una volta, ma usata come termine "standard" per definire le persone omosessuali) ma piuttosto dell'idea di fondo, del ragionamento che sta sotto tutto il discorso per cui lui spererebbe che non ci siano gay in nazionale. Non è questione dell'indignazione-a-tutti-i-costi quando si tocca l'argomento, non è una difesa strenua dei diritti degli omosessuali per cui ogni opinione diversa dalla parte più estrema del movimento gay va tacciata di omofobia, non è strumentalizzazione, e non si sta esagerando o alterando le affermazioni di "Fantantonio". Qui si parla del rispetto di diritti basilari della persona, ognuno è libero di avere la proprio sessualità e di manifestarla - o meno - pubblicamente. "Mi auguro che in nazionale non ce ne siano". La parola frocio è maleducazione, ignoranza, volgarità gratuita;  il resto è discriminazione e razzismo.