1. Era da un sacco che non entravo in un cinema. Son cose che andrebbero fatte più spesso, diciamo.
2. Tarantino è il solito tamarro. Ci piace così: tamarro e molto bravo.
Django è una serie di citazioni e di strizzatine d'occhio, come buona parte della sua produzione cinematografica (su IMDB c'è già un elenco con tutte le citazioni ad altre pellicole). C'è poi da rimarcare che la colonna sonora è un qualcosa di spettacolare, come anche la recitazione di Waltz e Di Caprio, e che - per fare la parte di quella che critica la forma fisica dei registi - Tarantino è ingrassato proprio un sacco e ha un po' perso quel fascino che invece aveva in "Le Iene" o "Pulp Fiction". Deve essere una cosa dei registi, quella di mettere su kg a un certo punto della loro carriera. Guardate Kubrick. O George Lucas.
Magari sono l'unica, ma alla fine del film mi sono chiesta chi fosse la ragazza con la sciarpa rossa di Candyland che continuava ad essere inquadrata. Pensavo che a un certo punto sarebbe sbucata fuori con un lanciafiamme a dare man forte a Django. E invece niente. Alla fine ho scoperto che è la controfigura di Uma Thurman in "Kill Bill" e che, inizialmente, era previsto per lei un ruolo meno marginale.
(Ah, comunque la battuta che fa Waltz - mentre racconta la leggenda di Broomhilda - sul fatto che in tutte le storie tedesche è presente una montagna mi ha fatto piegare in due. Probabilmente solo a me, che in questi mesi sto studiando la letteratura romantica tedesca.)

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