C'è uno con lo stereo, il tizio con il cane nel risciò, la ragazza col megafono che grida "butta-la, butta-la!" agli automobilisti, c'è il pirata che registra video mentre usa un longboard, quello - che io conosco - con mille girandole colorate, i tamarri che fanno le evoluzioni con le BMX, una saltafoss truzzissima - che inevitabilmente colpisce i ciclisti più nostalgici -, ed una serie infinita di cappelli bizzarri (da marinaio, da cowboy, da tortadicompleannofrancese - quella ero io -, da vaso di fiori - altra conoscenza -, con l'elica bicolore che gira o, molto più sobrio, con un paio di corna da vichingo).
La Critical Mass è qualcosa a cui voler bene, perché è un momento un po' diverso e non fa male a nessuno: prendi la tua bicicletta, esci da casa e ti fai un giro con un sacco di gente che, come te, per una sera ha deciso di uscire a divertirsi. Sotto c'è tutta una storia, lunga e molto interessante, e lo scopo principale è quello di fare, appunto, massa critica, in una azione di protesta collettiva contro l'inquinamento delle città causato dall'uso sconsiderato dell'automobile. Per una notte la massa si muove compatta per il traffico cittadino, permettendosi di ignorare bellamente il colore dei semafori e le comuni norme dell'educazione per insultare - in modo più o meno scherzoso - i guidatori, ma in una maniera tale e con un atteggiamento che non ha nulla a che fare con l'accanimento puro e immotivato ma piuttosto per preservare quel principio di fondo che anima tutta la Critical Mass.
cit. "Viva la biga!"
(a 1:04 spuntiamo io e i miei amichetti)
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